giovedì 16 aprile 2009

Il temino del bimbominkia Mario Giordano contro Vauro e Santoro


Articolo apparso su "Il Giornale" di Berlusconi all'indomani della puntata di AnnoZero dedicata al terremoto. L'autore è il bimbominkia in persona, Mario Giordano.

I passaggi salienti?Santoro è uno sciacallo
Travaglio un questurino
Ruotolo è "bollito", un sottopanza
De Magistris: Censore dei furbetti
Vauro: La ciliegina sulla monnezza

Nota bene: Da quando è diretto dal Bimbominkia, le vendite del "Il Giornale" di Berlusconi" sono calate del 7,5%, il calo più consistente registrato tra i quotidiani italiani.

Caro Santoro,

anzi caro onorevole, visto che m’ha chiesto di chiamarla così, so bene che quando si è invitati nei salotti altrui non è buona educazione raccontare al mondo quel che ci si è detti. Ma siccome quel salotto era in diretta su Raidue in prima serata, davanti a svariati milioni di telespettatori, mi permetto di infrangere le regole. Non me ne vorrà. In fondo lei di regole infrante è un maestro. E, in effetti, dopo aver fatto a pezzi quelle della par condicio e del buon senso, l’altra sera ha definitivamente massacrato anche quelle del buon gusto e della civiltà. Missione compiuta, olé. Il suo ultimo Annozero, mi permetta, è stato uno spettacolo squallido, un atto di sciacallaggio ributtante, che non mette più la polemica sull’asse di ciò che è di sinistra o non di sinistra, ma di ciò che è civile e ciò che non lo è più. E mi chiedo se sia possibile che lei e i suoi sottopanza siate così accecati dall’odio e dalla faziosità da perdere non dico l’equilibrio politico, che quello l’avete già perso da tempo, ma anche il senso di umanità. E che non vi rendiate conto che tutto questo vi porta lontani dal Paese reale, dal sentimento diffuso di commozione e solidarietà, dall’Italia che si unisce di fronte alla sofferenza, per una volta provando a ragionare non per schemi di partito, ma secondo bisogni, urgenze e necessità. Provi a togliersi per una volta la giacchetta da europarlamentare, caro onorevole Santoro, provi a togliersi per una volta i paraocchi del katanga in servizio permanente effettivo. Vedrà che in Abruzzo c’è un’umanità dolente e dignitosa, lacerata e orgogliosa, che non chiede bandiere di partito né polemichette pretestuose. Chiede risposte concrete. Responsabilità. E serietà. Per una volta, proviamoci, anche noi, che abbiamo per le mani il bene prezioso dell’informazione. Proviamoci a togliere la maglietta di parte e a guardare la tragedia senza pensare a quel che ne potremmo guadagnare in termini di marchette politiche. Proviamo a essere seri. E lei che è un gran professionista lo sa: attaccare la Protezione civile per il ritardo nella consegna di una bottiglietta d’acqua (una! Su 27mila sfollati!), mentre ci sono le bare dei morti ancora aperte e i soccorritori che rischiano la vita fra le macerie, non è serio. Anzi, sarebbe perfino ridicolo, se non fosse tragico. Tragico per le vittime, innanzitutto. Ma tragico anche per lei, per la sua squadra avvilita nei bassifondi della polemica, per la sua professionalità ridotta a zerbino in nome dell’ideologia, per la sua umanità schiacciata sotto il peso dell’odio politico. In Abruzzo i soccorsi hanno funzionato. Lo sanno tutti, lo dicono tutti. I volontari sono stati eroici, hanno salvato decine di vite umane. Le tendopoli sono state operative in tempi record. Non c’è stato caos, non c’è stata disorganizzazione. Tutti gli osservatori, italiani e stranieri, di destra e di sinistra, hanno potuto notare che per la prima volta sul luogo della tragedia si è sentita forte e tempestiva la presenza dello Stato. Chissà perché gli unici che non se ne sono accorti sono stati i suoi inviati, poveri kamikaze spediti sul posto a cercare disperatamente di trasformare una efficiente opera di soccorso nella Caporetto di Bertolaso.Per altro, mi lasci dire, caro onorevole, evidentemente lei non è più il maestro di un tempo, l’esperienza a Bruxelles l’ha rammollita o gli allievi sono scarsi: ammetterà che hanno lavorato proprio male. La tesi si poteva argomentare in modo assai migliore, di voci contro, in quella situazione, se ne potevano raccogliere un’infinità. E loro, invece, gli sciagurati di Caporetto, che cosa le hanno portato in pasto? Una bottiglietta d’acqua consegnata in ritardo, lo sfogo di un medico chiaramente sfinito e poco altro. A guardare bene, tutte interviste forzate, con domande tranello, risposte indotte e montaggi con tagli spericolati. Poca roba, lo sa anche lei, chissà come li avrà sgridati nella solita riunione che fate il giorno dopo per esaminare, minuto per minuto, gli errori commessi in trasmissione. E che dirà allora di quei collegamenti con Ruotolo? Erano così noiosi... Ci voleva tanto a trovare qualcuno che dicesse «Bertolaso è un incapace» con efficace sintesi televisiva? Evidentemente nemmeno Ruotolo è più quello di una volta... Su, onorevole Santoro, sia sincero: in fondo portare in tv qualcuno che si lamenta contro la Protezione civile in mezzo a 27mila sfollati non è mica una missione complicata. Se vuole gliene troviamo altrettanti in cinque minuti anche qui nel centro di Milano, dove pure la gente non ha patito sulla sua pelle il terremoto. La scarsità delle testimonianze da voi raccolte è una conferma (se ce ne fosse bisogno) che la Protezione civile ha funzionato bene. Ma mi resta un dubbio: possibile che non abbiate incontrato nemmeno uno che ringraziava i soccorritori? Possibile che non vi sia venuto in mente di intervistare così, en passant, anche uno della Protezione civile? Non li avete trovati? Ruotolo è così bollito? Lei dice bene che non si può sventolare l’eroismo dei volontari come pretesto per non parlare dei problemi. Siamo d’accordo. Ma non si possono nemmeno sventolare i morti come pretesto per dire fregnacce. Voi, invece, l’avete fatto. Scientificamente. Per tutta la trasmissione. A cominciare da Ruotolo che esordisce lasciando microfono libero a un uomo esasperato che insulta le divise. E poi la bottiglietta d’acqua e altri lamenti. E poi la piccola teoria degli schizzi di fango. E poi la presidente della Provincia che se la prende con le istituzioni (e lei che cos’è signora, mi scusi?). E poi il suo sarcasmo, dottor Santoro, fra Kgb, caschi e altre cose che voleva mettersi in testa (a mettersi un po’ di buon senso, ci ha mai pensato?). E, infine, soprattutto la ciliegina sulla monnezza, cioè le spaventose vignette di Vauro, dove si ironizzava sulla cubatura dei cimiteri, l’ampliamento edilizio delle bare e, ancora, la ridicolaggine dei soccorritori. Lasciamo da parte i malinconici dettagli: Travaglio che legge (per altro con inesattezze) verbali da questurino di provincia e il magistrato candidato De Magistris, investito ufficialmente del ruolo di censore dei furbetti (avete capito bene: il furbetto dei Valori eletto a simbolo di censore dei furbetti, che è un po’ come fare tenere ad Adriano un corso contro l’alcolismo). Lasciamo da parte i malinconici dettagli, non restano che le fregnacce. E che sono fregnacce lo sa anche lei, caro onorevole Santoro. Per tutta la settimana, nei colloqui con i suoi collaboratori, mi è stato detto che trovava sciocco insistere sulla prevedibilità dei terremoti, sulla cassandra Giuliani, sulla questione dell’emergenza, perché il vero problema è quello edilizio. Sacrosanto. Il vero problema è che in Italia ci sono 7 milioni di case a rischio, di cui 80mila sono edifici pubblici. Il vero problema è quell’ospedale dell’Aquila inaugurato nel 2000, dopo vent’anni di lavori, e che ora è inagibile. Il vero problema è il decreto del 2004 che prevedeva costruzioni antisismiche e che è sempre stato rinviato. Il vero problema è che occorre una grande opera di rottamazione edilizia e di ricostruzione. Questo è il punto. Voi lo sapevate benissimo. Dietro le quinte se ne conveniva. E allora perché, invece, avete messo in scena solo un vergognoso processo alla Protezione civile? Forse perché il problema delle case costruite male non può essere addossato in nessun modo a Berlusconi? Forse perché vi siete accorti che, anzi, il piano casa appena varato andava proprio nella direzione dell’auspicato rinnovamento edilizio? Forse perché il ritardo delle norme antisismiche non è colpa di un sottosegretario del vituperato centrodestra, ma di una cultura del Paese che riguarda tutti? Forse perché il primo a firmare quel rinvio è stato proprio Antonio Di Pietro, nume tutelare del furbetto anti-furbetti De Magistris? Dev’essere così, è chiaro. Ma il risultato è vergognoso. Noi speravamo di parlare dei problemi seri. Su questo giornale l’abbiamo fatto, fin dal primo giorno, senza nascondere nulla, con dati e cifre, denunce e accuse fondate su abusi e inadempienze nelle costruzioni. Voi invece avete preferito affidarvi alle beghe da cortile, avete ritirato fuori la madonna del radon, l’autodidatta Giuliani, avete mestato nel torbido raccolto sul fondo della disperazione con un unico scopo: mettere nel frullatore chi da cinque giorni lavora, rischiando la vita e senza risparmiare energia, per ridare speranza all’Abruzzo. Mi chiedo perché, caro onorevole Santoro. Mi chiedo a che serva. Visto che all’inizio della trasmissione faceva nobilmente appello al Paese che vogliamo lasciare ai nostri figli, ecco, le chiedo se davvero lei vuole lasciare ai suoi figli un Paese così, in cui nemmeno di fronte a 290 morti si trova la forza di mettere da parte i biechi interessi della politica di giornata. Se davvero vuole lasciare ai suoi figli un Paese in cui si irridono i volontari, magari solo perché vestono una divisa (si capisce la divisa non fa chic come l’orecchino e il jeans strappato...). Se davvero vuole lasciare ai suoi figli un Paese in cui di fronte all’emergenza ci si continui a sentire uomini di parte prima che uomini. Avevamo avuto una speranza nei giorni scorsi. Avevamo visto un clima diverso. Avevamo trovato commenti per una volta sensati a destra e a sinistra, avevamo trovato persone capaci di capire che il dolore e la sofferenza, pensi un po’ Santoro, contano persino più dell’essere berlusconiani o antiberlusconiani. Avevamo sperato che di qui potesse nascere un’Italia più civile. Avevamo sperato. Poi sono arrivati Vauro, le vignette e la sua bottiglietta d’acqua. Che meschinità.
il bimbominkia Mario Giordano
Il Giornale

16 commenti:

  1. lo studente dimostra una stucchevole propensione per la retorica e un insano gusto per il populismo spiccio. Inoltre lo studente potrebbe pulirsi la bocca prima di venire a scuola dato che il foglio è tutto sputacchiato di peli di culo!
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  2. Che merda sto bimbominkia!!! Per me è solo un raccomandato del cazzo!!!

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  3. ma perchè in trasmissione s'è stato zitto?
    Che non aveva capito gli ordini?
    I peli l'ho notati pure io.

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  4. Ma non è un bimbominkia, è una lesbica travestita da uomo.

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  5. ho letto solo ora questa lettera e mi chiedo se è mai possibile che si debba dire che tutto va bene anche se non è vero,offendiamo il SIRE forse?a chi vogliono darla a bere che erano tutti contenti.Non so se avete visto gli ultimi servizi sulla ricostruzione dell'Aquila,non vi è sembrato di vedere l'architettura di una caserma con tutte quelle case in fila?

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  6. L'utente Biagio può pure tenersi per se le offese sessiste.

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  7. Sogna sfarzo e ricchezza.
    I suoi predecessori li hanno raggiunti,seguendo lo stesso sistema.
    Penso che oggi,un giovane debba utilizzare altre tecniche,per poter creare una propria posizione.
    Penso anche,che il servilismo serva.Se addoperato al momento giusto,puo' stabilizzare situazioni delicate,ma un abuso,crea effetti collaterali,a volte ingestibili.
    E' un giovane cresciuto in un periodo falso,della mia amata ITALIA.
    In parte andrebbe capito,ma ripreso..........resta pur sempre un giovane...........e le sue rime contano quanto i nostri commenti.Giudicare non e' una soluzione definitiva a qualsiasi problematica.E'un buon inizio solo se ci pone un traguardo.
    Giudichiamo noi stessi per tutte le problematiche che affliggono la mia amata ITALIA.
    Sara' un lungo cammino,ma costruttivo,che potra'solo dar vita ad una sana ed evoluta democrazia.
    Non e' un utopia,ciao ITALIANI!

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  8. che dire...il bimbominkia deve servire il padrone silvio.....però è anche noiso oltre ad essere vile e vergognoso...bah si vede che noi nn lo capiamo, io e gli altri milioni di spettatori che seguono annozero (talk show più seguito nella tv italiana di silvio)ma come dice lo psiconano: son tutti pollai! si e tu sei una gallina vecchia, ma con te nn ci si fa neanche il brodo! pacco

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  9. non sono riuscito a leggerlo tutto ... mi sto sentendo male

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  10. Come fate a commentare una nullità come ..........! L'indifferenza è la migliore arma contro questi testa di c.....zo di berlusconiani

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  11. bimbominkia,hai la faccia come il culo!

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  12. bimbominkia,è un bambino cresciuto nel leccare il culo di silvio,invece del lecca lecca. vergogna!!!!!!

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  13. Poverino, fai pena. Sembra che la mamma non ti abbia lasciato crescere. Esisti solo perchè sei servile, pur con ridotte capacità. Il triste, però, è che chi ti ci ha messo/tiene non è migliore, e non aveva nulla di meglio. Che animali abissali.

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  14. Sei cresciuto in parrocchia/oratorio. Non ti serve affatto, l'intelletto. Ti basta la fede. In chiunque tu intraveda, quale capo. Non ti è chiara la differenza tra il cane e l'uomo. Son preferibili i cani ad alcuni uomini? Se non escludi te stesso.

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  15. Hothello.... Il Signor Biagio non offende: dice quello che sembra. Cosa te ne cala? Affettivamente legati? Fa parte della tua loggia? Ti paga? Hothello, ma vai a lavorare! A lavorare, non a bighellonare per non romperti la cannetta di vetro che hai nella colonna. Vai a far il manovale in un cantiere; vai a sopravvivere alle morti bianche; a portarti a casa 900 euro al mese, freddo, umidità, caldo insopportabile, un'ernia al disco ed una conseguente operazione fatta in un sistema sanitario da far pena; vai a ubbidire e star zitto; vai in pensione, per quel poco che ti rimane, con quattro soldi di pensione, con figli e nipoti che non puoi aiutare; vai a convivere con una piorrea alveolare che non ti puoi curare, con i reumatismi articolari che non ti danno tregua, così come gli sfruttatori del proprio prossimo, che "lavorano" con l'aria condizionata, vanno al "lavoro" in ritardo, si assentano dal "lavoro" senza giustificato motivo, pospongono il lavoro per il quale son pagati per farne altri, in nome del vs secondo dio: il denaro. Poraccio. Ma statti zitto.

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  16. Bimbopirla! Pericolosissimi sin dalla nascita. Sviliscono l'intelletto umano. Sono un insulto per gli scarafaggi. Una soma per l'umanità. Una disgrazia. Non c'è di peggio: il peggio ed "essi" son legati a doppio filo: Il peggio si serve di loro, mandandoli avanti (carne da macello, illusa dal belvestito che gli vien fatto indossare), senza di loro il peggio non potrebbe manifestarsi, così come la merda senza l'ano: con rispetto per la prima, che è utile, ed il secodo che ci permette di liberarci del "superfluo".

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