Ecco il testo dell'intervista falsa (vedere post di ieri) allo scrittore americano Philip Roth pubblicata da Libero. Dell'intervista non troverete più traccia sul sito del quotidiano: scomparsa, occultata, rimossa . Noi siamo riusciti a trovarla grazie al blog TerraLigure che l'aveva conservata nella cache. La denuncia è stata rilanciata ieri dal New Yorker al quale Roth ha espresso tutta la propria indignazione. Intraprenderà invece le vie legali John Grisham, padre del legal thriller e vittima di un'altra intervista falsa.
IL TESTO ORIGINALE (ossia inventato da "Libero"):
«Obama? Una grandissima delusione. Sono stato fra i primi a credere in lui, ad appoggiarlo, ma adesso devo confessare che mi è diventato perfino antipatico». Philip Roth, forse il più illustre dei narratori americani d’oggi, autore di capolavori quali Lamento di Portnoy, Pastorale americana, Zuckerman scatenato e, da poco uscito in Italia, Indignazione, esprime con forza, per la prima volta, il suo giudizio fortemente negativo sull’attuale Presidente Usa. Ci tiene a farlo subito, nella nostra conversazione telefonica.
Quando lo si ascolta parlare, con quella sua voce bassa e appena rauca, in cui le parole escono a ritmo ora velocissimo ora esitante, con quel tono malinconico, inquieto, ma capace d’improvvise, fulminanti, accensioni d’ironia, sembra davvero di essere dentro una delle pagine dei suoi romanzi. È come se quella, proprio quella fosse la voce di tanti personaggi di Philip Roth.
«Arrivato a settantasette anni - spiega - mi piace parlare della realtà che ho attorno, una realtà che mi fa arrabbiare ma che mi interessa ogni giorno di più». E premette che non dirà molto sulla letteratura: «La letteratura mi è indispensabile, è la mia vita, ma non so cosa dirne, ogni discorso sui libri mi sembra superficiale, stupido, e molto noioso».
Parliamo subito di Obama, allora. Perché tanta delusione?
«Perché non ha fatto nulla, in questo primo anno, nulla di rilevante, nulla di diverso da quello che la banale quotidianità del potere lo portava a fare. Si dirà: la riforma sanitaria. Ebbene, quella è un’ottima novità per l’America, ma non basta. Sembra una bandiera sventolata per mascherare il nulla, perché i risultati di questa presidenza per ora sono il nulla».
Lei è stato un acceso sostenitore dell’elezione di questo Presidente…
«Sì, perché nella sua campagna elettorale c’era davvero qualcosa di nuovo, di straordinario. Con quelle sue espressioni “hope” e “change”, ripetute con un’efficacia mai vista, a metà fra il moderno slogan pubblicitario e la cantilena d’uno sciamano, Obama era riuscito a svegliare l’America dal torpore della sua frustrazione, da quel grande senso di impotenza, di ansia, di sfiducia che nell’ultimo decennio ha dominato il Paese. Era stato capace di dare vitalità e slancio a chi lo ascoltava. Non nascondo di essere rimasto quasi incantato a seguire i suoi discorsi, io che non sono certo facile ad entusiasmarmi per le parole… Allora ho creduto, e con me tantissimi americani, che fosse arrivato davvero un tempo nuovo per la politica, un tempo dove creatività e intelligenza si unissero alla capacità di ascoltare la voce di un Paese e di sapervi rispondere».
E invece?
«Invece, niente. Appena eletto, fin dai primi giorni del suo lavoro alla Casa Bianca, Obama si è come fermato, addormentato. Lui, che aveva scosso l’America, si è assopito nei meccanismi del potere. Ha continuato a ripetere le sue frasi più belle della campagna elettorale, ma non ha aggiunto nulla di nuovo, e soprattutto, non ha fatto seguire le azioni. Forse ha cominciato a pesare la sua inesperienza, forse è restato prigioniero di una eccessiva valutazione che la gente aveva di lui. Di fatto, i suoi discorsi hanno preso a girare a vuoto, sempre uguali, accompagnati da gesti, sguardi e sorrisi ormai ripetuti ossessivamente, che prima lo hanno reso simpatico e ora lo rendono fastidioso, quasi antipatico. E i risultati si vedono».
Quali risultati?
«L’America è confusa, frustrata. Quel diffuso senso di paura dell’ignoto, di ansia, di impotenza che l’11 settembre ha contribuito in modo decisivo a scatenare, lacerando le certezze, devastando insieme alle torri di New York anche la percezione che il Paese aveva di sé e della propria forza, è rimasto. Anzi, la crisi economica, figlia in qualche modo di quell’insicurezza, di quella sfiducia che regnano nelle persone, ha addirittura peggiorato le cose».
Obama ha deluso anche in politica estera?
«Sì. Con Bush vigeva la logica dell’intervento militare, della lotta contro il terrorismo fatta con le invasioni militari. Una logica a mio avviso sbagliata, e che si è dimostrata perdente. Ma almeno, chiara. Quale è la strategia di Obama? Nessuno ancora lo sa. Parla di dialogo, e va benissimo. Ma di fatto Al Qaeda è sempre più forte e organizzata, un regime pericoloso e delirante come quello iraniano sta attrezzandosi con l’arma nucleare e si attrezza per colpire Israele, e lui, il presidente, sembra eludere il problema. Con l’Iran un giorno sembra voler aprire una trattativa (ma non si può aprire una trattativa con chi è, in tante cose, l’erede dei nazisti!), e il giorno dopo riafferma la necessità della fermezza. Cosa vuole fare in Afghanistan? Nuove truppe o disimpegno? Approva e sostiene il governo israeliano o sta dando ragione ai palestinesi? Impossibile rispondere. Ma un dato di fatto è certo, e Obama mostra di non tenerne conto».
Cioè?
«Cioè che, come l’11 settembre ha dimostrato, oggi il nemico vero, paragonabile al nazismo degli anni Trenta, è l’estremismo religioso e sanguinario, il terrorismo soprattutto di matrice islamica. A mio avviso, il dialogo non serve. E con chi si dialogherebbe, del resto? Ma nemmeno serve, come faceva l’amministrazione Bush, invadere Stati, intervenire militarmente. Serve, piuttosto, un sostegno effettivo a quelle forze che, all’interno dei Paesi dove il fondamentalismo è più forte o dove è addirittura regime al potere, si battono per contrastarlo. E, insieme, dare più forza, poteri e credibilità all’Onu, riformandolo completamente. Quello che è meno utile, è questa confusione, questa assenza di una linea chiara nella politica estera americana: questo fa contenti gli oltranzisti e i terroristi, indebolisce chi vi si oppone, e, a livello interno, fa sentire l’America sempre più sbandata, sempre più cupa».
Come vede l’Europa?
«Politicamente, mi sembra che l’Europa non ci sia, non decida nulla, non conti nulla. L’Europa è la sua cultura, la sua storia. E di questa cultura, di questa storia, dovrebbe essere più fiera, mantenendo una sua peculiarità, una sua autenticità, senza diventare, chissà poi perché, seguace di mode e modelli che vengono da fuori. A me, come americano, l’Europa piace e incanta se è sé stessa, non una mal riuscita imitazione dell’America».
Capisco la sua volontà di non parlare di letteratura. Ma non resisto. Posso chiederle chi sono, oggi, i suoi autori preferiti?
«Sto rileggendo Singer, e lo trovo sempre più grande. Splendido e tristissimo. Ma non mi chieda di più».
Chi riconosce come suo maestro?
«Ecco, mi aspettavo la domanda. Il problema è che, quando scrivo, la scrittura nasce da un’esigenza di raccontare, troppo forte per essere frenata anche se a volte mi capita di fermarmi, di non riuscire ad andare avanti, di sentire che tutto è finito, che l’angoscia che ho dentro non lascia più posto alle storie, che le storie possibili sono state tutte uccise, costrette a non esistere, a non nascere. Quando attraverso quei momenti, e negli anni sono diventati più frequenti, a volte basta la frase di un romanzo che mi torna alla mente, la battuta di un personaggio in un libro, per tirarmi fuori dal buio, per ridarmi la possibilità e la capacità di scrivere. Ecco: l’autore di quella frase, di quella battuta, è in quel momento il mio indispensabile maestro. Un momento può essere Cechov, un altro Saul Bellow, un altro ancora, appunto, Singer. Posso risponderle solo così».
E Bernard Malamud?
«Riconosco di dovergli molto. È un autore che talvolta, a leggerlo, lascia senza fiato. Cosa gli devo e perché, lo lascio dire ai critici. Loro scoprono cose straordinarie, di cui noi autori neppure ci accorgiamo…».
Lei è da anni candidato al Nobel. Ma il premio non è mai arrivato. Come giudica questa ripetuta esclusione?
«Non ritengo che il mio pessimismo, la mia indignazione, la mia rabbia siano da Nobel, gli accademici svedesi hanno altri gusti, altri parametri… Ognuno fa le scelte che vuole, e non sono certo io a giudicarle giuste o sbagliate. Se cambieranno idea, andrò a Stoccolma e sarò contento di ricevere il premio. Però mi creda: non ci penso mai, anzi, questo diluvio di ipotesi che ogni anno mi arriva addosso con i primi freddi dell’autunno mi disturba non poco, non sopporto questo gioco delle candidature. Diano il Nobel a chi vogliono e basta così».
«Obama? Una grandissima delusione. Sono stato fra i primi a credere in lui, ad appoggiarlo, ma adesso devo confessare che mi è diventato perfino antipatico». Philip Roth, forse il più illustre dei narratori americani d’oggi, autore di capolavori quali Lamento di Portnoy, Pastorale americana, Zuckerman scatenato e, da poco uscito in Italia, Indignazione, esprime con forza, per la prima volta, il suo giudizio fortemente negativo sull’attuale Presidente Usa. Ci tiene a farlo subito, nella nostra conversazione telefonica.
Quando lo si ascolta parlare, con quella sua voce bassa e appena rauca, in cui le parole escono a ritmo ora velocissimo ora esitante, con quel tono malinconico, inquieto, ma capace d’improvvise, fulminanti, accensioni d’ironia, sembra davvero di essere dentro una delle pagine dei suoi romanzi. È come se quella, proprio quella fosse la voce di tanti personaggi di Philip Roth.
«Arrivato a settantasette anni - spiega - mi piace parlare della realtà che ho attorno, una realtà che mi fa arrabbiare ma che mi interessa ogni giorno di più». E premette che non dirà molto sulla letteratura: «La letteratura mi è indispensabile, è la mia vita, ma non so cosa dirne, ogni discorso sui libri mi sembra superficiale, stupido, e molto noioso».
Parliamo subito di Obama, allora. Perché tanta delusione?
«Perché non ha fatto nulla, in questo primo anno, nulla di rilevante, nulla di diverso da quello che la banale quotidianità del potere lo portava a fare. Si dirà: la riforma sanitaria. Ebbene, quella è un’ottima novità per l’America, ma non basta. Sembra una bandiera sventolata per mascherare il nulla, perché i risultati di questa presidenza per ora sono il nulla».
Lei è stato un acceso sostenitore dell’elezione di questo Presidente…
«Sì, perché nella sua campagna elettorale c’era davvero qualcosa di nuovo, di straordinario. Con quelle sue espressioni “hope” e “change”, ripetute con un’efficacia mai vista, a metà fra il moderno slogan pubblicitario e la cantilena d’uno sciamano, Obama era riuscito a svegliare l’America dal torpore della sua frustrazione, da quel grande senso di impotenza, di ansia, di sfiducia che nell’ultimo decennio ha dominato il Paese. Era stato capace di dare vitalità e slancio a chi lo ascoltava. Non nascondo di essere rimasto quasi incantato a seguire i suoi discorsi, io che non sono certo facile ad entusiasmarmi per le parole… Allora ho creduto, e con me tantissimi americani, che fosse arrivato davvero un tempo nuovo per la politica, un tempo dove creatività e intelligenza si unissero alla capacità di ascoltare la voce di un Paese e di sapervi rispondere».
E invece?
«Invece, niente. Appena eletto, fin dai primi giorni del suo lavoro alla Casa Bianca, Obama si è come fermato, addormentato. Lui, che aveva scosso l’America, si è assopito nei meccanismi del potere. Ha continuato a ripetere le sue frasi più belle della campagna elettorale, ma non ha aggiunto nulla di nuovo, e soprattutto, non ha fatto seguire le azioni. Forse ha cominciato a pesare la sua inesperienza, forse è restato prigioniero di una eccessiva valutazione che la gente aveva di lui. Di fatto, i suoi discorsi hanno preso a girare a vuoto, sempre uguali, accompagnati da gesti, sguardi e sorrisi ormai ripetuti ossessivamente, che prima lo hanno reso simpatico e ora lo rendono fastidioso, quasi antipatico. E i risultati si vedono».
Quali risultati?
«L’America è confusa, frustrata. Quel diffuso senso di paura dell’ignoto, di ansia, di impotenza che l’11 settembre ha contribuito in modo decisivo a scatenare, lacerando le certezze, devastando insieme alle torri di New York anche la percezione che il Paese aveva di sé e della propria forza, è rimasto. Anzi, la crisi economica, figlia in qualche modo di quell’insicurezza, di quella sfiducia che regnano nelle persone, ha addirittura peggiorato le cose».
Obama ha deluso anche in politica estera?
«Sì. Con Bush vigeva la logica dell’intervento militare, della lotta contro il terrorismo fatta con le invasioni militari. Una logica a mio avviso sbagliata, e che si è dimostrata perdente. Ma almeno, chiara. Quale è la strategia di Obama? Nessuno ancora lo sa. Parla di dialogo, e va benissimo. Ma di fatto Al Qaeda è sempre più forte e organizzata, un regime pericoloso e delirante come quello iraniano sta attrezzandosi con l’arma nucleare e si attrezza per colpire Israele, e lui, il presidente, sembra eludere il problema. Con l’Iran un giorno sembra voler aprire una trattativa (ma non si può aprire una trattativa con chi è, in tante cose, l’erede dei nazisti!), e il giorno dopo riafferma la necessità della fermezza. Cosa vuole fare in Afghanistan? Nuove truppe o disimpegno? Approva e sostiene il governo israeliano o sta dando ragione ai palestinesi? Impossibile rispondere. Ma un dato di fatto è certo, e Obama mostra di non tenerne conto».
Cioè?
«Cioè che, come l’11 settembre ha dimostrato, oggi il nemico vero, paragonabile al nazismo degli anni Trenta, è l’estremismo religioso e sanguinario, il terrorismo soprattutto di matrice islamica. A mio avviso, il dialogo non serve. E con chi si dialogherebbe, del resto? Ma nemmeno serve, come faceva l’amministrazione Bush, invadere Stati, intervenire militarmente. Serve, piuttosto, un sostegno effettivo a quelle forze che, all’interno dei Paesi dove il fondamentalismo è più forte o dove è addirittura regime al potere, si battono per contrastarlo. E, insieme, dare più forza, poteri e credibilità all’Onu, riformandolo completamente. Quello che è meno utile, è questa confusione, questa assenza di una linea chiara nella politica estera americana: questo fa contenti gli oltranzisti e i terroristi, indebolisce chi vi si oppone, e, a livello interno, fa sentire l’America sempre più sbandata, sempre più cupa».
Come vede l’Europa?
«Politicamente, mi sembra che l’Europa non ci sia, non decida nulla, non conti nulla. L’Europa è la sua cultura, la sua storia. E di questa cultura, di questa storia, dovrebbe essere più fiera, mantenendo una sua peculiarità, una sua autenticità, senza diventare, chissà poi perché, seguace di mode e modelli che vengono da fuori. A me, come americano, l’Europa piace e incanta se è sé stessa, non una mal riuscita imitazione dell’America».
Capisco la sua volontà di non parlare di letteratura. Ma non resisto. Posso chiederle chi sono, oggi, i suoi autori preferiti?
«Sto rileggendo Singer, e lo trovo sempre più grande. Splendido e tristissimo. Ma non mi chieda di più».
Chi riconosce come suo maestro?
«Ecco, mi aspettavo la domanda. Il problema è che, quando scrivo, la scrittura nasce da un’esigenza di raccontare, troppo forte per essere frenata anche se a volte mi capita di fermarmi, di non riuscire ad andare avanti, di sentire che tutto è finito, che l’angoscia che ho dentro non lascia più posto alle storie, che le storie possibili sono state tutte uccise, costrette a non esistere, a non nascere. Quando attraverso quei momenti, e negli anni sono diventati più frequenti, a volte basta la frase di un romanzo che mi torna alla mente, la battuta di un personaggio in un libro, per tirarmi fuori dal buio, per ridarmi la possibilità e la capacità di scrivere. Ecco: l’autore di quella frase, di quella battuta, è in quel momento il mio indispensabile maestro. Un momento può essere Cechov, un altro Saul Bellow, un altro ancora, appunto, Singer. Posso risponderle solo così».
E Bernard Malamud?
«Riconosco di dovergli molto. È un autore che talvolta, a leggerlo, lascia senza fiato. Cosa gli devo e perché, lo lascio dire ai critici. Loro scoprono cose straordinarie, di cui noi autori neppure ci accorgiamo…».
Lei è da anni candidato al Nobel. Ma il premio non è mai arrivato. Come giudica questa ripetuta esclusione?
«Non ritengo che il mio pessimismo, la mia indignazione, la mia rabbia siano da Nobel, gli accademici svedesi hanno altri gusti, altri parametri… Ognuno fa le scelte che vuole, e non sono certo io a giudicarle giuste o sbagliate. Se cambieranno idea, andrò a Stoccolma e sarò contento di ricevere il premio. Però mi creda: non ci penso mai, anzi, questo diluvio di ipotesi che ogni anno mi arriva addosso con i primi freddi dell’autunno mi disturba non poco, non sopporto questo gioco delle candidature. Diano il Nobel a chi vogliono e basta così».
Puro Schifo! .. siamo sempre di più la vergona del mondo.
RispondiEliminabelpietro sei un truffatore
RispondiEliminaProve Generali d'Infangamento
RispondiEliminaBelpietro? vabbè lo conosciamo no? indottrinao come tutti e un pò più prepotente di altri, la prepotenza è la virtù degli IGNORANTI, spero che qualcuno punisca questi pseudo GIORNALAI da strapazzo.
RispondiEliminaguardate Wittgenstein (Luca Sofri) lui è un po' che segue la storia tramite gli articoli pubblicati dal New Yorker.
RispondiEliminaPare che Roth non farà causa, mentre Grisham si.
Ma faranno causa all'autore, tale Debenedetti, che di interviste sembra proprio ne abbia inventate a dozzine.
che Belpietro si meriti ogni insulto è indubbio, e che non gli sia parso vero di pubblicare delle critiche ad Obama provenienti da Roth è vero... ma non l'ha inventata lui.
Michela
che vergogna..oltre ad avere un giornale superpartes, che ha commentato come "mafiosi" i cittadini che avevano partecipato al no b-day; il suo titolo di testata dopo le elezioni di pochi giorni fa è stato CHE GODURIA; e ora addirittura le interviste false.
RispondiEliminasperiamo prendano seri provvedimenti
Il direttore responsabile di un quotidiano è, appunto, responsabile dei contenuti pubblicati. Non diamo a Belpietro alibi che non esistono.
RispondiEliminaBeh, ma potevano fare qualche altra intervista falsa.. che so, San Francesco che elogia Gheddafi e Gandhi che parla bene di Putin.. o la propaganda si fa bene o niente!! E che cavolo..
RispondiEliminabelpietro un nome un programma falso
RispondiEliminaa belpie' da oggi firmate Wanna Marchiii!!!
RispondiEliminaPer come la vedo io, questo qui si è confuso,voleva scrivere come è messa l'Italia, ma occultando in qualche maniera i reali nomi,per non incorere nelle ire del sultano!!
RispondiEliminada belpietro, con quella faccia a scemo che si ritrova, non ci si poteva aspettare altro! ora sicuramente non sara' colpa sua........state a vedere! in italia purtroppo pagano sempre i piu' deboli! e mi meraviglio come la maggior parte del popolo (quindi i piu' deboli) abbiano potuto far vincere un "buffone" come berlusconi! povera italia! bruno da livorno
RispondiEliminaSe un giornale si guadagnasse da vivere solo con la fiducia dei lettori e non con i finanziamenti pubblici molta di questa merda sparirebbe di circolazione...sono così presi dal servilismo che si sono dimenticati persino i doveri che hanno verso i loro lettori.
RispondiEliminaBerlusconi docet
RispondiEliminaBelpietro caro, fai cosi' ascoltami, leggi solo i pizzetti che il Silvio ti passa e di tuo non prendere iniziative che poi ti infili in grossi guai, ascoltami dai sai che ti voglio bene, ma se di tuoi non sei capace neanche ad allacciarti le scarpe non strafare dai anche se hai avuto la tua bella scrivania adesso non pretendere anche di ragionare di tuo, siediti e aspetta che il tuo padrone ti dice cosa fare, con affetto un tuo amico. ciao
RispondiEliminaE' un fatto gravissimo, con i media si influenzano milioni di persone, e quanto volte questo essere viscido si è comportato così!!!!! Bisognierebbe radiarlo dall'ordine dei gionalisti, perchè lui non è un giornalista, ma un bugiardo che crede di fare degli scoop inventando da fatti campati in aria sentiti sul web. Ma siamo pazzi???? Vuol dire che i prossimi articoli parleranno dei coccodrilli nelle fogne e degli asini che volano... ma che figura di merda che questo ci fa fare!!!!
RispondiEliminaMa Roth non ha deciso di fare causa.
RispondiElimina«(...) Although Roth and Grisham have never met, they joined forces through their agents and contacted an Italian lawyer, who felt that they had a good case. “I am exploring my possible remedies,” Grisham said, “with plans to file an action.”
But Roth has decided not to sue. “It would take two years, and multiple trips to Italy,” he said. “It would distract me from my writing, and, worst of all, I would have to obsess about it.” (...)».
Read more: http://www.newyorker.com/talk/2010/04/05/100405ta_talk_thurman#ixzz0k1iFD4Xv
p.s. (esplicativo) La luna l'ho già vista e, anzi, apprezzo molto che tu stia dando risalto a questa colossale mistificazione messa in atto da gente che infanga l'intera categoria giornalistica italiana. Però, mi sembra doveroso tradurre al meglio il pensiero di Roth, no? :)
belpietro per me ha gia' toccato il fondo molto tempo fa'.Quindi qualunque cosa faccia non aggiunge piu' nulla alla sua disonesta'.La b minuscola del suo cognome e' voluta.
RispondiEliminaAnche voi per quanto riguarda l'omissione di notizie false non siete male.
RispondiEliminaDov'è finito il post del primo aprile che riguardava l'intitolazione dell'aeroporto a Franco e Ciccio?
Ahahahahahahahahah!!!
ESIMIO direttorio sei un grande, sempre più grande, pezzo di merda, ma priam o poi farai la fine che meriti insieme al nano che lecchi...
RispondiEliminacompagno pasquale
i vermi hanno più dignità di gente come belpietro.
RispondiEliminaservi dei servi del potere
RispondiEliminaAh belpietro o bruttopietro che dir si voglia,sembri più un cartastracciaio che un giornalista come tu ti definisci,invece di prendere iniziative,faresti bene a toglierti i peli dalla lingua.....
RispondiEliminama l'ordine dei giornalisti che cazzo fa????
RispondiEliminabeh invece se mister B fa le cerette,beh che gusto ha la cioccolata?
RispondiEliminabelpietro te lhaggiustiamo noi la mascella!!!!
RispondiEliminaNon ho parole, non solo belpietro ( voluta la b minuscola ), ha una faccia che non riesco a definire, o forse sì, ( visto che le punture credo che gliele facciano su quella )ma ha pure il coraggio di definirsi giornalista.... Povera Italia con gente così, è facile che ormai sia caduta tanto in basso che a stento riuscirà ad alzarsi.... Laura 61.....
RispondiEliminaScusate, ma se è vero che tutte le interviste di Debenedetti sono false, sappiate che sono state pubblicate, prima, anche dal quotidiano Il Piccolo di Trieste, gruppo L'Espresso - Repubblica, quindi ciò che vale per Libero, deve valere anche per La Repubblica. Oppure no?
RispondiEliminaÈ vero che Belpietro è responsabile del giornale ma non è autore dell'intervista. Infatti l'autore è un tal Debenedetti, ormai smascherato truffatore che si inventava da una decina d'anni interviste mai fatte.
RispondiEliminaE mica c'è caduto solo Belpietro: anche il gruppo dell'Espresso ha pubblicato interviste false di questa persona.
Ormai si vive di mere falsita', e' la crisi dei valori nell'angoscia dell'uomo in crisi.
RispondiEliminaNon esageriamo! è semplicemente un truffatore che è stato smascherato, niente di più. Ci sono tante cose belle da leggere, in tantissimi giornali, quotidiani e periodici. In ogni caso, tutte le offese e le minacce a Belpietro sono valide anche per il direttore del quotidiano Il Piccolo di Trieste, gruppo L'Espresso - La Repubblica? giusto per sapere.
RispondiEliminadebenedetti sarà anche un truffatore, ma belpietro non è da meno. Dovrebbe essere compito di ogni direttore di giornale verificare la veridicità delle notizie..ma d'altra parte chi se la sente di definire belpietro giornalista? libero è un giornale? lo è di più novella 3000!!!nemmeno sul giornalino di scuola, in un paese normale, l'avrebbero fatto scrivere!
RispondiEliminahanno paura ,l'unica paura viene da OBAMA E QUINDI CERCANO DI DEMOLIRLO COME POSSONO!
RispondiEliminaSempre piu in BASSO!!!!! CHE VERGOGNA !!!!!!!
RispondiEliminabelpietro è nato a 90 gradi..penso sia destinato a rimanerlo..........
RispondiEliminaE' la disinformatja, bellezza!
RispondiEliminama perchè Libero è un giornale?
RispondiElimina..poveri noi...ormai il fondo lo abbiamo toccato e stiamo raschiando con forza. Quello che mi sconvolge è che nonostante le palesi storture dell'informazione e la prepotenza di questa gente belpietro, feltri, fede etc. sto governo continua a prendere consensi...pazzesco. Quando da ragazzo studiavo il fascismo mi domandavo "ma come cavolo ha fatto questo a prendere in giro tutta sta gente..." minchia stiamo come allore e anche molto peggio!!! Povera Italia mia che finaccia.
RispondiEliminaIo sto a L'Aquila e garantisco che le prese per i fondelli dei giornali qui si sentono il triplo perchè le realtà le viviasmo eppure....li hanno rivotati..anzi la nostra Provincia è passata a destra PAZZESCOOOOOOOOOO
Ma chi è Belpietro?
RispondiEliminaIo credo che Montanelli abbia deciso di morire quando ha capito che anche il giornalismo stava morendo.
RispondiEliminaPerché non rispondete alla domanda? Libero ha pubblicato un'intervista falsa scritta da Debenedetti, il Piccolo di Trieste,Gruppo L'Espresso - Repubblica, ha pubblicato molte interviste false scritte da Debenedetti. Perché ve la prendete solo con Libero? Per la cronaca, io sono un lettore del Corriere della Sera.
RispondiEliminaE chi se ne frega.
RispondiEliminaPer anonimo 13.53: Libero non si è limitato ad ospitare un'intervista falsa ma è riuscito a fare peggio: ha attibuito a Roth (sostenitore di Obama) pesantissimi giudizi antiobamiamo. Il disegno politico (delegittimazione di Obama) che sta dietro la pubblicazione di quell'intervista si aggiunge allo squallore della pubblicazione di un'intervista falsa. Insomma peggio non poteva fare. E' come se facessimo dire a Belpietro che Berlusconi è un pappone
RispondiEliminaSi va bene abbiamo capito che Debenedetti ha scritto anche per il gruppo l'espresso e se ha scritto notizie ed interviste false sono da condannare anche loro è ovvio. Qui stiamo discutendo dello scandalo di Libero che è evidenziato e siccome troviamo tutti scandaloso pilotare l'informazione a proprio piacimento nel 2010 critichiamo e commentiamo il fatto. Per quanto mi riguarda ritengo che i direttori di Libero, Il Giornale, Panorama etc. andrebbero inquisiti per circonvenzione di incapaci!!
RispondiEliminaChiedo scusa, un mio commento è stato pubblicato due volte, ma non volontariamente, ovverosia, al momento della prima pubblicazione è apparso un errore che diceva qualcosa del tipo "stanno postando troppi commenti contemporaneamente, aspetta un attimo". Poiché non ho visto il mio commento, l'ho riscritto, pensando che il primo non fosse stato pubblicato, se vedete sono leggermente diversi. Chiedo scusa, non voleva essere una specie di martellamento. La cosa che devo però assolutamente aggiungere e che mi da particolarmente fastidio, è che i toni di alcuni commenti mi fanno veramente rabbia, sono violenti, inutilmente violenti, con la solita posizione del tipo che chi legge un giornale è un incapace e scemo, chi legge un'altro giornale è intelligente e libero. Il Giornale è di Berlusconi, per cui il direttore del Giornale è un suo servo, benissimo. La Repubblica è di De Benedetti, il direttore della Repubblica è un suo servo, ugualmente, no? De Benedetti non fa politica? Lo dite voi! La fa senza metterci la faccia, tutto qui. In ogni caso, qualunque sia l'argomento in ballo, credo che i toni violenti, le minacce e le offese, siano sempre e comunque fuori luogo. Un saluto a tutti. Antonio
RispondiEliminaCaro Antoio, leggi toni violenti in in questi commenti?? Forse offensivi un pochino si ma violenti direi proprio di no!
RispondiEliminaSe vuoi possiamo filosofare e discutere o assumere un atteggiamento comprensivo nei confronti di chi legge giornali che mentono con la consapevolezza di mentire e chi li legge lo sà..pensi che porterebbe a qualche risultato??
Io mi indigno di fronte a questa ennesima falsità tu fai come vuoi usa la filosofia "tanto lo fanno tutti".... se ti aggrada?!!
lo so un altro non vuole l'apostrofo, errore di battitura , chiedo perdono!!! :-)
RispondiEliminala propaganda sporca di Bel(?)Pietro al regime del suo padrone non conosce confini...Forse qualcuno comincia a fargliela pagare
RispondiEliminala mia non è una filosofia "è inutile indignarsi tanto lo fanno tutti",piuttosto, "ehilà, sveglia! anche gli altri lo fanno, insultate anche gli altri, indignatevi perché gli altri usano gli stessi strumenti".
RispondiEliminaPer i commenti, se questi non sono violenti!
"ESIMIO direttorio sei un grande, sempre più grande, pezzo di merda, ma priam o poi farai la fine che meriti insieme al nano che lecchi...
compagno pasquale"
"belpietro te lhaggiustiamo noi la mascella!!!!"
non sono commenti, sono minacce!
Antonio
la verità e dalla parte opposta di berlusconi e dei suoi venduti lecchini!
RispondiEliminaSe dicono che Roth parla male di Obama...vuol dire che Roth ne è entusiasta. Se dicono che loro sono il popolo dell'amore vuol dire che odiano tutti quelli che sono cintro di liro, se dicono che la crisi è passata vuol dire che ancora ci colpisce, se dicono che hanno ricostruito vuol dire che l'Aquila si deve arrangiare da sola con le cariole, se dicono che ripuliscono cuol dire che nascondono la monnezza negli anfratti di Napoli, se dicono che vinceranno vuol dire che si sono comprati i voti (non a caso le regioni della camorra, dell'andrangheta e della mafia sono sue!), se dicono che le tv non aiutano nella campagna elettorale è perchè sono 20 anni che ci rincoglioniscono con le televisioni commerciali (e ora pure quella pubblica viste le condizioni della rai), se dicono che l'antiberlusconismo ci farà perdere ogni elezione vuol dire che l'antiberlusconismo ha motivo di esistere e se fosse realmente applicato ci libererebbe da un nano potente e mafioso il cui sogno più grande è giocare a Risiko con il mondo vero, SE DICONO CHE I COMUNISTI SONO IL MALE VUOL DIRE CHE UN MONDO COMUNISTA SAREBBE UN MONDO PERFETTO, DOVE LORO CONTEREBBERO NIENTE DI PIù DI CHIUNQUE ALTRO. L'ideale comunista a poco a che fare con il comunismo applicato che l'esperienza storica ci ha presentato. QUELLO NON è IL VERO COMUNISMO. Il vero comunismo non lo conosce nessuno, non lo si è mai potuto applicare in virtù della sua caratteristica principale, che lo rende UTOPISTICO: dovrebbe essere spontaneo! Non lo si può imporre perchè si basa sulla scelata spontanea delle persone di rinunciare agli eccessi per distribuire equamente la ricchezza (esattamente l'opposto del capitalismo). I poveri del mondo sono tali perchè da qualche parte c'è chi detiene la loro parte di benessere!
BASTA DENIGRARE I COMUNISTI (a proposito di slogan ripetuti a oltranza per convincere la gente della veridicità del concetto...proprio quello che Libero a messo in b occa a Roth nei riguardi di Obama....ma guarda un po'!!!!!!)
schifoso leccaculo ignorante brutto e antipatico. ma come si fa a farlo DIRETTORE di un giornale??
RispondiEliminapeggio di emilio "fido", che schifo mi fanno venire tutti il voltastomaco, ghedini, porro, castelli, lupi, ecc. ecc., hanno negli occhi il male e la bugia, la falsità e il servilismo. spero facciano tutti un bel viaggio senza ritorno in un isola compratagli dallo psiconano.
buona pasqua
michele
Sono assolutamente daccordo con l'anonimo sopra,mi ha rubato le parole!
RispondiEliminaVa be', divertitevi come volete, io ho detto la mia, ciao! Antonio
RispondiEliminavi meravigliate ancora? dopo le false inchieste di Feltri "avvenire" dopo che un giornalista dello stesso giornale si autoinviava lettere minatorie con proiettile incluso.Gente senza rossore e senza nessun sentimento di vergogna e un minimo di etica professionale il suo editore li l'avrebbe dovuto cacciare.Conclusione sia i giornalisti che il loro editore sono degni l'uno dell'altro.
RispondiEliminaSecondo me sarà Belpietro a portare in giudizio il giornalista che gli ha dato l'articolo falso.......in quanto ad Obama in realtà ottima la riforma sanitaria ma il piano economico finanziario FA SCHIFO !!!!!! L'America ha 9 TRILIONI DI DEBITI che andranno a ricadere sul popolo.....I "cioccolatini americani" si sono visti proprio da come hanno "salvato l'economia finanziaria che andava a pezzi sotto lo sfacelo delle loro FALSITA' GOVERNATIVE:
RispondiElimina1) dibito di Stato "tesaurizzato MADE IN CHINA"
2) hanno salvato con iniezioni di dollari FANNI MAE E FANNI MAC potenti S.P.A immobiliari di cui i principali azionisti sono sempre i cinesi....
3) hanno salvato Goldman Schacs con liquidità di Governo...perchè è una S.P.A. player finanziaria mondiale, ha contribuito alla vendita di "pezzi di Stato" di Inghilterra, Germania e Italia (ricordate gli smembramenti e privatizzazioni fatte da Prodi sull'I.r.i? ......quindi Goldman nel TRADING GOVERNATIVO FINANZIARIO INTERNAZIONALE è la più quotata....infatti ha raddoppiato gli utili!!!!!
3) hanno aiutato Merryl Linch....Morgan Stanley...
4) HANNO FATTO FALLIRE LEHMAN BROTHER'S con pesanti ricadute su tutto il sistema economico USA ed EUROPA.... Il loro schifoso PIANO PAULSON (Paulson lavorò in Goldman....) ha avuto MANI INVISIBILI per questa S.P.A.....mani bucate per GOLDMAN (aiutata) e mani forti per FANNI....
quindi ESTREMA INGIUSTIZIA!!!!!!!!!!!!!!!!!
Obama è un CIOCCOLATARO!!!!!!!!!!!!!!!!!
HAI RAGIONE CARO ANONIMO, OBAMA E' UN CIOCCOLATARO MASSONE COME TUTTI GLI INTRALLAZZONI DEI POTENTATI MONDIALI CHE TENGONO PER LE PALLE IL MONDO.
RispondiEliminaE noi qui a disquisire della rava e della fava dietro al Santo Fantoccio.
E' ORA DI FARE UNA VERA RIVOLUZIONE VIOLA.
Combattere il signoraggio delle banche e creare un grande Movimento Viola.
Iscrivetevi alla pagina creata da Sandro Di Carlo alias Stato Laico "Il Movimento Viola" http://www.facebook.com/pages/Il-Movimento-Viola/111412682203273
Il vero problema del Movimento Viola è il Santo Fantoccio (San Precario) con cui tutti i fondatori del No B Day, a parte il buon Grisorio, hanno paura di dissociarsi dato che controlla i 265.000 boccaloni della pagina Facebook Il Popolo Viola.
Se siamo solo in 265.000 fan in quella pagina nonostante la pubblicità mediatica che ci ha dato la grande manifestazione del 5 dicembre è proprio grazie allo sputtanamento del movimento generato dal comportamento scriteriato del Santo Fantoccio culminato nelle polemiche dell'organizzazione della manifestazione del 27 febbraio.
Se vi interessa la campagna sugli aerofagi in ascensore servi del padrone Belpietro, Sallusti, Cazzullo, Minchiolini, Cruciani e Liguori iscrivetevi ai gruppi Facebook:
Super Cazzullo e Minchiolini sono simpatici come 2 aerofagi in ascensore
http://www.www.facebook.com/group.php?gid=144756173306
Belpietro e Sallusti sono simpatici come 2 aerofagi in ascensore
http://www.facebook.com/group.php?gid=49373674827
Giuseppe Cruciani è simpatico come un aerofago in ascensore
http://www.facebook.com/group.php?gid=87585756199
LIGUORI SE BARBACETTO E' UNO SCIACALLO TU SEI UN FACCIA DI MERDA
http://www.facebook.com/event.php?eid=359152689151
Anche il Bimbominkia, come si fa! tutti orbitano intorno a Lui come al tempo dei Feudi! Chi può se ne vada dall'Italia, il coperchio sta per saltere.
RispondiEliminapossono legittimare se stessi solo scrivendo cose false oppure non sarebbero nessuno lo zero assoluto, sono esattamente come il loro padrone inventori di verità mai esistite.
RispondiEliminabelpietro datti all'ippica!!
RispondiEliminaocchio perche questi con il logorio costante e la menzogna alla fine ottengono quello che vogliono.
RispondiEliminaloro vogliono la dittatura.... e dopo sono stelle!!!
Mi associo al commento di Anonimo
RispondiEliminaMa sveglia, eh... La notizia è che un truffatore ha piazzato in una decina d'anni a svariati giornali vari articoli in cui famosi scrittori criticano Obama ed altro ancora.
RispondiEliminaDire che Belpietro è il solo responsabile è fare DISINFORMAZIONE, esattamente come lo state accusando di farla.
Il problema semmai è che in Italia non esiste la cultura del fact checking!
Minkia, mo' gli s'accellera il tic all'occhio! UUUAAAAAHHHHHAAAAAHHHHHAAAAAHHHHH
RispondiEliminabelpietro si è rivelato quello che ho sempre pensato,un pagliaccio
RispondiEliminaChe anguscia, ma niente di nuovo: la P2 non conosce limiti nè freni per consolidare il potere! E serve tutto, puttane - di letto e di stampa, ladri delinquenti e peggio, per gestirlo.
RispondiEliminaNon si disdegnano neppure patetici lacchè!
più stanno in alto e più grande faranno il botto cadendo.Speriamo solo che non facciano in tempo a combinare altri guai.Pensate a quante cazzate ci raccontano pur di compiacere all'IMPERATORE.
RispondiEliminaA dir la verità la cache dell'intervista l'ho salvata io e poi l'ho messa in un m io spazio.
RispondiEliminaL'Ordine dei Giornalisti si sta sempre più rivelando quel ch'è sempre stato: un club di scodinzolanti barboncini, sordi muti e ciechi.
RispondiEliminaHanno latrato un po', giusto un po', per le malefatte del Giornale e del tizio che lo governa, ma il silenzio è tornato sovrano...
VERGOGNA... SIAMO ARRIVATI AD INVENTARE LE INTERVISTE... NON PIU' SOLO A MODIFICARLE AHAHHAHA Ma in che nazione siamo capitati?
RispondiEliminaè incredibile che si sia inventato tutto, è una cosa mai vista
RispondiEliminaUn altro lecca culo rifatto.Quando non ci sarà più silvio,cosa leccheranno? Stà minghia!!!!
RispondiEliminasiamo alle solite: appena uno ci mette un po' di fantasia e di inventiva, subito tutti a dargli contro, e che diamine!
RispondiEliminaChe gentaccia..leggo questo dalla Spagna, e mi vergogno di questa gente. Per fortuna non tutti gli italiani sono uguali ma purtroppo la Tv usata come viene usata rincoglionisce i cittadini che non distinguono ormai la realtá.
RispondiEliminaBelpietro dovevano spararti !! Peccato che non sei riuscito neanche a far credere all'attentato. L'attentato lo ha fatto tua madre a noi quando ti ha cagato al mondo !!
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