martedì 28 aprile 2009

Febbre suina, cresce la psicosi: "Isoliamo Calderoli"

Dilaga la psicosi da febbre suina e, nonostante il ministro Frattini si affretti a tranquillizzare gli italiani, sostenendo che "in Italia il rischio è trascurabile" il panico imperversa nei palazzi romani. Gli occhi di ministri e parlamentari sono tutti puntati su Roberto Calderoli, uno che con i suini ha condiviso le fasi più importanti della propria vita politica. E' 13 settembre 2007, giorno del Ramadan. Calderoli presiede la riunione delle segreterie nazionali del Carroccio. Un consesso qualificato che merita il più alto sforzo programmatico. E infatti, a sorpresa, Calderoli tira fuori una proposta che riguarda i suini, anzi il "Maiale Day", ovvero "concorsi e mostre per i maiali da passeggiata piu' belli da tenersi nei luoghi dove chiunque pensi di edificare non un centro di culto, ma il potenziale centro di raccolta di una cellula terroristica". Il riferimento è all'amministrazione comunale di Bologna che ha deciso di costruire una nuova moschea. Quella moschea non s'ha da fare -è il grido che si alza dagli ambienti padani- e Calderoli promette, per il sabato successivo, di mettere a disposizione il suo maiale per profanare il terreno. Ad onor del vero, l'aveva già fatto: a Lodi, dove il tempio islamico non fu costruito dopo che il senatore leghista passeggiò beato, col suino al guinzaglio, in prossimità dell'area «incriminata». L'Unione delle comunità islamiche italiane, per voce del suo portavoce Issedin Elzir, si disse dispiaciuta «che un parlamentare italiano arrivi a questo livello», con espressioni che incitano «all'odio verso altre religioni». E che poi dimostrano al tempo stesso di «non conoscere l'islam. Perché il maiale - dice ancora l'Ucoii - noi non la mangiamo, proprio come gli ebrei, ma se l'animale passeggia su un terreno a noi non fa nessuna differenza».
Il giorno dopo arriva, fulminante come sempre, la risposta della Jena (Riccardo Barenghi) che su "La Stampa" del 14 settembre 2007 sintetizzà la questione in questi termini: "Saputa la notizia il direttore mi ha subito chiesto di intervistare il maiale: «Ma se non ci riesci va bene anche Calderoli»". Ad insorgere, anche l'allora ministro alla Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, che commenta lapidario: "Capisco che Calderoli sia più esperto di maiali che di Islam, ma un po' di rispetto per i convincimenti religiosi altrui non guasterebbe". Ma la passione per la dimensione suina della politica, Calderoli riesce a trasferirla anche nella propria attività istituzionale contribuendo alla scrittura dell'attuale legge elettorale -meglio nota come "Porcellum"- da lui stesso definita una "porcata". E che sia una "porcata" lo conferma anche la Corte costituzionale che, con le sentenze di accoglimento dei referendum elettorali per modificare questa legge, ha velatamente messo in dubbio la legittimità costituzionale di alcuni suoi punti. E intanto, tra suini leghisti e leggi-porcata l'esposizione ai rischi di un'epidemia -nei luoghi frequentati da Calderoli- rimane alto e c'è già qualcuno, negli ambienti della politica romana, che propone di mettere in isolamento l'esponente leghista. Un intervento decisamente radicale che però raccoglie il plauso di A.i.u.t.o. (Associazione italiana uomini troppo oppressi) che, dalle pagine del suo sito (http://aiuto.blogsome.com/2007/09/14/porco-dubbio/) rilancia un vecchio interrogativo: "Se del maiale non si butta via niente, perché di Calderoli butterei tutto?"

2 commenti:

  1. esisteenoi musulmani no critichiamo altre religioni ma si esiste una persona che critica tale perche no appartieni a nessuna, quindi ignorante della materia

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  2. ccon questi tagli se le ficcha in quel posto iperche cosi insultano l'itelligenza di tutti noi devono andare tutti ingalera hanno violato tutte le direttive popolare ottenuti con referendum sui contributi ai partiti e poi tutti questi partiti

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